La guardia classe 1992 conferma il suo legame con Mirano.
Negri ne ha viste tante, infatti veste biancoazzurro fin dal minibasket: «Mi sono sempre trovato bene qui, una società solida, non ho mai avuto motivi per spostarmi. Ho sempre avuto il piacere di continuare questo sogno» ‒ ci racconta Giulio ‒ «Sono entrato con un ricambio generazionale, ed è una soddisfazione vedere dove siamo arrivati ora. Un progetto che vivo con continuità da più di 11 anni, l’ho visto salire sempre più di livello, questa è una grossa soddisfazione. Sono contento di non essere mai andato via».
Da una stagione in cui potevano salvarsi, ma non l’hanno dimostrato pienamente, è arrivato il momento di far vedere che possono mantenere a tutti gli effetti la categoria, Giulio non ha dubbi:
«Abbiamo raggiunto una solidità invidiabile, sia di società che di gruppo, mi aspetto una continuazione di questo progetto ed un ulteriore step di crescita».
L’interruzione forzata, la preparazione fisica, la sinergia di squadra e l’aspetto tecnico del gioco, tutte variabili che influenzano la possibilità di fare previsioni: «Sarà un campionato strano, diverso dal solito senza dubbio» ‒ inizia Negri ‒ «Non si è mai vista una situazione con squadre intere ferme così a lungo. Sia per noi che per gli avversari, arrivare pronti sarà un bel test fisico. A livello di gioco noi giochiamo assieme da tanto, all’inizio ci metteremo poco a togliere la ruggine, insomma sarà un problema minore. La cosa strana da vedere sarà la condizione fisica. Io sto facendo il possibile per arrivare pronto».
L’impegno e la motivazione già ci sono, sempre riguardo la preparazione fisica dopo il lungo stop Giulio ci spiega: «La temo… il giusto. Ho seguito fin da subito molto bene i programmi di Simone, e continuo a farlo. Mi auguro di arrivare in forma».
In qualità di veterano, la responsabilità di agire come faro per i giovani e meno giovani se la carica sulle spalle:
«L’obiettivo che ho e ho sempre avuto essendo da tanti anni qui, è quello di trainare il gruppo dal punto di vista della concentrazione, tener vivo lo spirito qui a Mirano, essere professionali pur non essendo professionisti: l’impegno in allenamento, l’esserci sempre con la testa, l’attenzione alle piccole cose. Dare sempre la spinta da questo punto di vista qua».
Specialmente quest’anno, in cui ricorre il 50° della Pallacanestro Mirano:
«Il regalo ce lo potrebbe fare lo “stato basket” riaprendo i palazzetti appena sarà possibile, poter riabbracciare il pubblico quando si potrà, sentire le grida dei bambini del minibasket, il calore dei tifosi. Giocare anche per loro e non a spalti chiusi. Sarebbe bello festeggiare potendo tornare alla normalità».
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